SRM ha partecipato al convegno "La Cooperazione Pubblico-Privato per l’Innovazione Economica, Sociale e Culturale dell’Area Orientale di Napoli", organizzato dall'associazione Est(ra)Moenia presso la Developer Academy di San Giovanni a Teduccio. Paolo Scudieri, presidente di SRM e Claudio De Vincenti, presidente onorario Fondazione Merita hanno in particolare dialogato sul tema "Tra generazione green diffusa e mobility hub, la nuava energia di una periferia smart".
Smart City significa “città intelligente”: si tratta di un vero e proprio spazio urbano che è pensato e strutturato per essere al 100% smart, cioè in grado di sfruttare le risorse tecnologiche e digitali per distribuire energia. L’obiettivo è quello di rendere sostenibile non solo dal punto di vista ecologico ma anche economico gli spostamenti dei cittadini all’interno della rete urbana, tutelandone la salute.
In tale quadro, la Mobilità sostenibile sta a indicare un modo di muoversi legato indissolubilmente al concetto di sostenibilità territoriale e orientato, quindi, verso la riduzione dei rischi di inquinamento e del potere inquinante, la salvaguardia della salute e dello spazio pubblico come bene comune, il risparmio energetico.
Muoversi in modo sostenibile significa quindi anche utilizzare tecnologie per strade e autostrade connesse (smart road) che garantiscano fluidità, efficienza e sicurezza negli spostamenti. E comprende il concetto di mobilità integrata: l’utente deve poter usufruire di vari mezzi di trasporto (servizi pubblici, in sharing, privati) senza soluzione di continuità, per completare il percorso quotidiano agevolmente e in modo conveniente.
Le città del futuro saranno sempre digitali, ecologiche e inclusive, ovvero a misura di persona. Secondo le analisi dell'EY Human Smart City Index (ricerca annuale che individua le tendenze sull'evoluzione delle città) l’ecosistema urbano italiano è in piena evoluzione, ma con ampi margini di miglioramento e con alcune città - Milano, Bologna e Torino - più virtuose rispetto ad altre.
Il divario tra Nord e Sud risulta particolarmente evidente e, tra le 40 città del Mezzogiorno, solo tre città metropolitane si trovano nella prima fascia del ranking, Cagliari (19°), Napoli (34°) e Bari (34°).
Guardando alla realtà napoletana, anche altri indicatori possono darci un’idea del posizionamento della città nel contesto nazionale.
Secondo il Green&Blue Index, l’indice della transizione ecologica in Italia realizzato dal Censis sulla base di 3 dimensioni che compongono il campo di azione complessivo della transizione (contesto, popolazione e imprese), tra le città metropolitane Napoli chiude la classifica con i punteggi bassi in tutte e tre le dimensioni ed un indice sintetico pari a 69,5, contro 80,1 di Firenze (prima in classifica) ed un benchmark della “città ideale” pari a 100.
Guardando alla sola mobilità sostenibile, secondo l’ultimo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane, Napoli, prima per densità di popolazione, mostra indici ancora lontani dalle prime posizioni e su cui bisogna lavorare:
Ci sono vari modi per mettere in pratica un modo di muoversi più sostenibile per il pianeta a partire dal prediligere la mobilità dolce e condivisa e scegliere auto e moto in modo che siano poco inquinanti.
Secondo il report “Il futuro della mobilità urbana sostenibile. Come ci muoveremo nel 2035?” del Politecnico di Milano, la situazione attuale della mobilità urbana è ampiamente considerata insostenibile e le innovazioni e le azioni strategiche che permetteranno di realizzare un sistema di mobilità urbana più sostenibile nel 2035 saranno orientate in due direzioni principali: la prima vede il passaggio dalle automobili di proprietà ai servizi di sharing e la seconda l’implementazione di un sistema di trasporto pubblico più intelligente e multimodale.
Se ci riferiamo alle città che spiccano in Italia in termini di mobilità sostenibile, i risultati raggiunti hanno fatto leva soprattutto su una buona presenza di mezzi elettrici e sull’impegno e l’innovazione dimostrata nel promuovere forme di trasporto rispettose dell’ambiente. Ad esempio, il Comune di Firenze ha puntato sull’ampliamento del sistema tranviario e della rete delle piste ciclabili, sull’estensione delle zone 30 (aree urbane in cui il limite di velocità per i veicoli è ridotto a 30 chilometri orari) e sullo sviluppo della mobilità elettrica.
Diventa, quindi, sempre più importante agire per trovare tecnologie in grado di cambiare l’esistente, che permettano alle nostre città di evolvere nella logica dei nuovi paradigmi e delle nuove sfide.
Appare evidente, in merito, come la tecnologia rappresenti la fonte primaria della Smart City, soprattutto se si parla di tecnologia innovativa. Tra queste non possono mancare l’intelligenza artificiale, l’internet of things, la tecnologia 5G e ancora i servizi di gestione dati cloud.
Anche dal punto di vista della mobilità le grandi innovazioni possono cambiare la configurazione delle nostre città. Basti pensare alle auto a guida autonoma (e in Campania abbiamo un importante esempio di sperimentazione a Lioni) o ai taxi volanti per configurare un’immagine della possibile mobilità futura.
E Napoli può lavorare su questa strada partendo anche da quanto già esistente...
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